Scoglio di Mroz – Via Gogna

Scoglio di Mroz - Via Gogna

La Via Gogna allo Scoglio di Mroz è un’arrampicata stupenda, tra le più belle arrampicate in fessura della Valle del Piantonetto.

Lo Scoglio fu scoperto da Guido Machetto nel 1972, che lo volle dedicare ad Andrèzèj Mroz un fortissimo alpinista Polacco, caduto sull’Aiguille Noire.

Teo su L2

Zona: Val Piantonetto, Locana, San Lorenzo

Quota partenza (m s.l.m.): 1700

Quota vetta (m s.l.m.): 1900

Apritori: Alessandro Gogna e Leo Cerruti il 10 giugno 1973

Sviluppo arrampicata: 120 metri Gogna + 60 metri Impressioni

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali e cunei di legno

Esposizione: est

Protezioni: da proteggerefix inox solo alle soste

Difficoltà: 6b, 6a obbl.

Note: arrampicata di rara eleganza

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friends fino al viola grande B.D.

Accesso: dall’autostrada Torino Aosta, uscire al Casello di Ivrea, proseguire per Courgnè; imboccare la Valle dell’Orco e seguirla fino a Rosone; prendere a destra la stretta strada che sale la Val Piantonetto, giunti in località Sernior, prendere una breve strada sterrata a sinistra e parcheggiare nel piazzale di una teleferica di servizio

Avvicinamento: si svolge su terreno ripido e disagevole, seguendo una traccia molto vegetata (in particolare in stagione estiva) e non facile da seguire. Imboccare la traccia che sale a fianco del tetto della teleferica, attaccare il ripido pendio a destra del canalone e superare una massicciata paravalanghe. Proseguire salendo sempre il margine del canalone fino ad un tratto con pietraia: qui la traccia si divide (sconsigliamo di seguire la traccia a sinistra che si immette nel canalone e conduce ad un grande masso incastrato che si supera con delicato passaggio di arrampicata, che porta all’attacco della Via Machetto). Proseguire invece dritti su pietraia verso una piccola barra rocciosa (non lasciarsi ingannare da altre tracce), e costeggiare la placca rocciosa verso destra. Dopo un tratto ripido superare una placchetta a sinistra con corda fissa e proseguire per raggiungere un secondo salto roccioso con corde fisse: giunti alla base della parete andare verso sinistra, aggirare un avancorpo staccato, fino ad un comodo terrazzo alla base di una fessura sulla verticale di un albero morto. Ore 1.

Il Bignola nel camino di L3

Relazione

L1: salire la fessura camino aperta, 5c, poi andare a sinistra fino ad un comodo terrazzo, sosta su 2 fix collegati, 30 m

L2: attraversare un passo destra, e prendere una larga fessura che si sale con passaggio faticoso, 6a, andare un po’ a destra, 5c, prendere una bellissima fessura, 5b, da cui si esce su un bel terrazzo, sosta di calata su 2 fix, 25 m

L3: salire un camino, 4a, da cui si esce a sinistra, sosta su  2 fix, 15 m

L4: salire un diedro strapiombante, da cui si esce a destra con passo impegnativo, 6b, proseguire su bella fessura, 5a, sosta da calata su 2 fix, 20 metri

L5: salire una placca, ed il successivo camino, 5c, uscire in un ampio terrazzo, sosta da calata su 2 fix, 30 metri

L6 (Via Impressioni di Settembre): salire verso sinistra, 5a, quindi affrontare un diedro, 5a, che porta ad una larga fessura, 5c, proseguire su placca inclinata, 5a, che diviene verticale, 6a, sosta su 2 fix con cordone, 30 m

L7 (Via Impressioni di Settembre): salire verso sinistra in placca lavorata, 5a, raggiungere un terrazzo quindi attaccare un sistema di fessure e diedro, 5b, sosta su 2 fix con cordone e maglia rapida, 20 m

Discesa: calate lungo la via.

Foto-relazione

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Tratto da Una vita d’ alpinismo di Alessandro Gogna

“Il 10 giugno ero di nuovo con Leo Cerruti, e gli magnificavo la bellezza dello Scoglio di Mroz mentre risalivano la stretta stradina del Piantonetto. Memore dell’ottobre precedente, ricordavo che c’era a disposizione l’intera parete est. L’avevo guardata e me l’ero segnata tra le varie cose da tentare. Risolvo il primo tiro con facilità grazie a una fessura-camino. Ma è la seconda lunghezza che di certo assumerà il ruolo di tratto chiave. Una larga fessura strapiombante difende la parte superiore di questa che poi si rivelerà una torre staccata. L’affronto in Dülfer e in qualche modo riesco a piazzare un cuneo di legno: poi mi rendo conto che le cose peggiorano… Una lieve cornice per i piedi sulla parete di destra mi permette di piazzare un chiodo molto a destra, in modo da poter affrontare una traversata che mi permetterà di non seguire quella fessura che prometteva grandi dolori bensì un bellissimo diedro che porta in alto, e dopo neppure 8 ore, al termine di questa via che chiameremo della Torre staccata (ma che come al solito tutti chiameranno via Gogna…).”

Alessandro Gogna

LINK ESTERNI

– Per le relazioni su Finale Ligure e Liguria vai al sito: www.vielunghefinale.com
– Per le relazioni sull’alpinismo sulle Alpi Biellesi vai al sito: www.montagnabiellese.com

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