Tour Ronde – Pilier Bernezat

Tour Ronde - Via Pilier Bernezat

Il Pilier Bernezat alla Tour Ronde è un’arrampicata di difficoltà classiche, perlopiù di fessura in ambiente grandioso. A seguito dell’abbassamento del ghiacciaio, alcuni tratti della parte bassa della via, in particolare L2, si svolgono su rocce rotte, pertanto richiedono particolare attenzione. Fortunatamente, grazie al prezioso lavoro della Guida Alpina Francesco Civra Dano, è possibile affrontare alcune belle varianti per evitare in parte le zone con più sfasciumi e salire invece bellissime placche o fessure.

La via, dopo il pilastro di roccia, prosegue fino alla cima della Tour Ronde con tratti di misto classico, su roccia a tratti delicata: è consuetudine di molti percorrere solo la parte di arrampicata per non portare zaino con piccozza e ramponi lungo la scalata.

Questa via fu aperta dal mitico esploratore del deserto Jean Luis Bernezat, che non solo per primo scalò il massiccio dell’Hoggar in Algeria, ma organizzò spedizioni con clienti trasponendo nel deserto sahariano il modello delle guide d’alta montagna. 

Su questa via purtroppo nel luglio 1976 perse la vita il grande Guido Machetto.

Gianni su L2

Zona: Monte Bianco, Tour Ronde

Quota partenza (m s.l.m.): 3462 (Punta Helbronner), 3400 circa all’attacco della via

Quota vetta (m s.l.m.): 3798 (Cima della Tour Ronde) oppure 3600 circa al termine della via di roccia

Apritori: J.L. Bernezat e C. Collomb il 17 giugno 1962

Sviluppo: 200 m

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali e cunei di legno

Esposizione: est

Difficoltà: 6b, 5c obbl. per la via originale – 6b, 6a obbl. per le varianti

Note: se non si prosegue la cresta fino alla cima della Tour Ronde la via è breve, la parte bassa per causa dell’abbassamento del ghiacciaio parte da una rampa su rocce molto fratturate, la parte alta sale bellissime fessure da proteggere o integrare i vecchi chiodi presenti. Le nuove varianti, dove non proteggibile a friend, sono attrezzate a fix.

Equipaggiamento: ramponi e piccozza per l’avvicinamento, friend fino al 3 B.D.

Accesso: da Courmayeur salire in funivia a Punta Helbronner

Avvicinamento: da Punta Helbronner oltrepassare il Col Flambeaux (3.407 m), seguire la traccia che costeggia l’Aiguille de Toula e scendere per circa 150 metri. Qui seguire la traccia che sale con lungo diagonale in direzione della Tour Ronde: sarà subito ben visibile il Pilier Bernezat: puntare direttamente alla sua base. Ore 1,15.

Dafne sulla bellissima variante di L3
Dafne su L4

Relazione

L1 (originale): salire un breve diedrino sabbioso, quindi una rampa di sfasciumi con andamento verso sinistra (ignorare il fix che si incontra sulla destra appartenente alla Via Cheraz), 3, sosta da calata con 2 fix e cordone, 20 m

L1 (variante): salire la bellissima fessura di destra (1 chiodo tradizionale visibile), 6a, sosta da calata con 2 fix e cordone, 20 m (a seconda del livello del ghiacciaio può non essere facile raggiungere la base della fessurina)

L2 (originale): salire il breve muretto sopra la sosta, 5a, quindi proseguire lungo la rampa su rocce rotte e instabili assai delicate, 3, sosta da calata con 2 fix e cordone, 30 m

L3 (originale): aggirare a sinistra un pilastro rosso oltre lo spigolo e salire un diedro (rilevatore monitor bianco sullo spigolo) 4a, sostare a sinistra su cordone, 30 m

L3 (variante): salire un gradone quindi infilarsi a destra in un camino formato da un enorme blocco staccato (può essere presente ghiaccio), 5c, seguire la bellissima fessurina protetta a fix, 6a+, quindi uscire in placca e superare un ultimo muretto, 6a, sosta da calata con 2 fix e cordone, 30 m

L4 (originale): salire un diedro da cui si esce a destra, 4b, quindi proseguire con andamento verso destra, sosta su 2 fix da collegare oppure proseguire alla sosta da calata con 2 fix e cordone, 35 m

L4 (variante): salire la rampa sopra la sosta con andamento verso destra, 5a, salire quindi una bellissima fessura (1 fix), 5c/6a, superata una cengia proseguire ancora in fessura, 5b, sosta da calata con 2 fix e cordone, 30 m

L5 (originale): attaccare il muro per una fessura esile, 6a, proseguire in diedro chiuso (presenti numerosi vecchi chiodi), 6a, ove la fessura offre un’uscita a sinistra sfruttarla e continuare più facilmente, 5b, fino alla sosta da calata con 2 fix e cordone, 30 m

L6 (originale): salire una fessura larga che piega a destra, 5c, ad una vecchia sosta su 2 chiodi salire un gradone, non andare a destra verso una sosta con cordone della Via Cheraz, ma proseguire sulla fessura verticale faticosa (vecchio chiodo con cordino e friend incastrato), 6b, uscire in un camino che conduce a sinistra, 5c alla sosta da calata con 2 fix e cordone, 25 m

L7 (originale): seguire una bella fessura, fino ad una cengia, 4c, salire un pilastro (presenti vecchi chiodi), 5c, quindi un corto diedro porta alla sosta da calata con 2 fix e cordone, 30 m. Se non si prosegue alla vetta, conviene calarsi da questo punto.

L8 (originale): proseguire per rocce rotte, sosta da calata con 2 fix e cordone, 30 m

Discesa: in doppia lungo la via, attenzione al pericolo di incastro delle corde. Se si procede fino in cima, la discesa avviene dalla Via Normale. Giunti al ghiacciaio si ripercorre la traccia verso Punta Helbronner. Ore 1,15.

Dafne sullo splendido L5

Per questa via abbiamo utilizzato il materiale GRIVEL

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Foto-relazione

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